Accademia della Rosa Cristica

Iniziatrici al Sacro

I significati nascosti dell'Epifania

2023-01-05 22:49:49

Tredici notti dalla notte di Natale, celebriamo l'epifania, nella notte fra il 5 e il 6 gennaio. 

Meraviglia 

domani celebriamo l'Epifania e con questo articolo desidero alzare un velo sui misteri celati in questa festività.

In particolare, in questo articolo desidero parlarti di due temi in particolare:  la festa cristiana della venuta dei tre magi, in pellegrinaggio dai regni dell'oriente, per portare omaggio al bambin Gesù e l'usanza popolare di attendere la Befana, la vecchina che a cavallo della sua magica scopa, gira di notte per portare regali ai bambini.

Epifania:

i misteri nascosti

Niente nasce dal nulla e come per tutte le altre feste, l'Epifania ha radici antiche, da ricercarsi nelle tradizioni pre cristiane.

C'è molto da raccontare su questa festa, a partire dal significato delle tredici notti, per arrivare ai significati esoterici nascosti nella figura dei magi, ma per il momento, percorriamo a ritroso la strada che ci porta fino al culto della Dea, per indagare i significati legati ad essa.

Siamo nel pieno del portale solstiziale ed ogni giornata in questo particolare periodo, è carica di energia e densa di significati.

Secondo alcuni ricercatori, questo portale energetico si apre il giorno di Santa Lucia  per concludersi con l'Epifania, mentre altri studiosi della materia, raccontano che la "porta" solstiziale abbraccia un periodo di tempo che va da sette giorni prima a sette giorni dopo il Solstizio.

Al di là delle date, è certo che ci troviamo in un periodo pieno di magia e denso di messaggi importanti per la nostra evoluzione personale e spirituale.

All'alba del Solstizio nasce il sole bambino, mentre nella notte fra il 24 e il 25 dicembre viene alla luce il bambin Gesù.

Sempre, la vita proviene dalla buia notte, simbolo dell'oscuro grembo materno.

Anticamente, nella tredicesima notte dopo il Solstizio, veniva celebrata la morte e la rinascita della Grande Dea della natura, con riti atti a propiziare la fertilità dei campi.

La Grande Dea Diana, venerata in Europa, attraversava i cieli notturni, lasciando doni agli esseri umani, simbolo dei semi dormienti, ma pronti a fiorire in primavera.

Al Solstizio la Grande Dea dà alla luce il sole bambino, il figlio divino promesso agli esseri umani.

Madre Terra si è donata senza riserve nei mesi precedenti. Con la sua linfa vitale ha fecondato i campi e i grembi delle donne, ha donato grano e frutti di ogni sorta al mondo.

Si veste ora d'anziana, apparendo a noi stanca, spoglia, avvolta nel suo mantello bianco come la neve.

E' giunto per lei il momento di riposare.

Come un ramo secco, si getta nelle fiamme per donarsi ancora una volta a noi sotto forma di luce e calore, per prepararsi a rinascere nelle vesti di Dea Fanciulla.

In questa sua ultima notte, si manifesta a noi sotto forma di anziana e solca i cieli elargendo doni, simbolo dei semi (intenti e progetti) che cresceranno nel ventre della Terra ricoperto di neve, per sbocciare in primavera. Dalla Grande Dea nel suo aspetto di Crona, deriva quindi la figura della Befana.


Secondo questa lettura, quindi, in origine il giorno dell'Epifania si celebrava la Grande Dea e il trascorrere delle stagioni. Nell'impossibilità di cancellare del tutto le usanze antiche, che infatti sopravvivono ancora oggi nella figura della Befana, alla festa di Madre Natura venne sovrapposta la festività cristiana.

Per i cristiani, questo è il momento in cui si manifesta al mondo la divinità di Gesù.

La parola Epifania è di origine greca e significa: "presenza divina", "manifestazione", "apparizione".

Gli Epifani, nella Grecia antica, erano le divinità che si manifestavano agli esseri umani. Questo termine è entrato in uso nella cristianità nel III secolo dopo Cristo, per indicare la prima volta che Gesù si è manifestato come un essere divino, al cospetto dei re Magi. 

Epifania dei Magi

Secondo la mitologia cristiana, la Tredicesima notte dopo la vigilia di Natale, Tre Magi si presentarono al cospetto di Gesù Bambino.

I loro nomi erano Melchiorre, Gaspare e Baldassarre.

Erano, re, alchimisti, astrologi, provenienti da Oriente.

Seguendo la stella cometa, giunsero alla grotta dove era nato il bambino divino, portando in dono: oro, incenso e mirra.

Erano tre. 

Un numero sacro, associato ai cicli dell'esistenza (vita, morte e rinascita), alla risurrezione dello spirito, alla santissima trinità.

Secondo la tradizione erano vestiti di bianco, rosso e nero.

Questi colori non sono casuali, ma  rappresentano i tre livelli del percorso alchemico, alla fine del quale, la nostra divinità interiore si manifesta, esattamente come in una lontana notte d'oriente, il bambino divino si è manifestato nel mondo!

by Selena Chiappori
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